Non so precisamente perché, ma questa riflessione la trovo particolarmente importante; proprio che viene da dire caspita, c'è da fissarcela in testa tutti quanti. L'Europa secondo me in questo periodo è in un momento decisamente critico, da cui potrebbero scaturire sia enormi novità piacevoli, sia anche purtroppo anche una crisi seccante, a seconda di come continuerà il gioco. Ma il punto chiave è che, nonostante tutti i problemi oggettivi, le possibilità di perfezionare quella che è ad oggi la migliore realtà altrimenti possibile, ci sono, e bisognerebbe trovare il coraggio di sforzarsi per metterle in pratica.
Da un lato — per quanto poi ci lamentiamo dei tappi di bottiglia anti-dispersione, imposti dai potenti che non ci vogliono far cenare senza bestemmiare — in generale mi sembra che le più e meno nuove generazioni riescano in realtà a capire il valore di quella che, rendiamoci conto, è la federazione che più velocemente di tutte nella storia si è allargata senza sparare un singolo proiettile; e questo certamente è buono. Allo stesso tempo, però, è anche vero che le nostre vite sono dominate o da nichilismo ed apatia, o estremismi e tendenze antidemocratiche; di #Europa tanto parliamo, ma poco facciamo, alla fine dei conti. Certo, va detto che le opportunità purtroppo non sono tantissime, a differenza invece delle barriere, però la possibilità di un mondo nuovo ce l'abbiamo davanti, per cui, veramente, bisogna fare qualcosa... altrimenti, se l'unione perde, vincono i pazzi. Mi chiedo cosa, però.